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Sostenibile, socievole e flessibile: il coworking nel nuovo NOI Techpark Brunico
La quarta rivoluzione industriale ha portato il settore produttivo da una forma più tradizionale verso l’integrazione digitale di tutte le sue componenti e la stampa 3D rappresenta, nell’ambito dell’industria 4.0, la tecnologia più dirompente, in grado di rivoluzionare i tradizionali modelli produttivi. Parliamo di un dispositivo in grado di realizzare qualsiasi modello tridimensionale mediante un processo di produzione additiva, ovvero partendo da un oggetto disegnato tramite software e replicandolo nel mondo reale con l’ausilio di appositi materiali. Ciò che la distingue dalla più conosciuta stampa 2D, quella che utilizziamo in ufficio o a casa per stampare documenti, è la capacità di ricreare il volume di ciò che si stampa. È una tecnologia così versatile da poter essere utilizzata in più settori, non solo in quello manifatturiero.
Stampanti tridimensionali professionali si possono trovare, assieme a molti macchinari hi-tech, a Maker Space, l’officina creativa di NOI Techpark: là, aziende, startupper, designer e ricercatori possono creare in modo semplice e veloce nuovi prototipi. Accedere a questo laboratorio significa non solo avere la possibilità di usufruire delle infrastrutture ma anche godere della consulenza di esperti. «Per me Maker Space è un piccolo paradiso dove si possono realizzare dei prototipi. Un luogo nel quale le idee prendono forma» - spiega Aaron Andreis, uno dei consulenti dell’officina creativa. «Il bello di Maker space – aggiunge il collega Walter Weissensteiner – è che qui si può realizzare davvero di tutto: abbiamo dispositivi di ultima generazione e chiunque abbia un progetto professionale può avvalersi dei nostri servizi e delle nostre competenze».
La nascita della stampa 3D non è affatto recente come si potrebbe pensare. Ora sono ben note le sue potenzialità, ma dal 1986, anno in cui è stato presentato il primo brevetto, ha subito notevoli evoluzioni portando oggi a concreti vantaggi nel settore manifatturiero.
Il principale raggio d’azione del dispositivo tridimensionale, sin dagli inizi, è stato l’ambito industriale, finalizzato principalmente all’impiego della prototipazione rapida per favorire il passaggio dall’idea al mercato. Con la stampa 3D, infatti, si può mostrare un prodotto concreto, apportando eventuali modifiche e realizzando più campioni da confrontare.
A Maker Space ci sono ben cinque stampanti 3D e ognuna ha diverse capacità: «Sono tra gli strumenti più richiesti: chi le adopera non lo fa per un semplice risparmio economico, ma perché vuole affidarsi a un macchinario preciso. Abbiamo stampato molte cose diverse come modelli per gli studi di architettura, caschi per biciclette e stampi per dolci. Realizzare un prototipo a mano comporta più tempo e risorse, ma anche maggiori rischi di errore. Questo dispositivo, invece, semplifica il lavoro dell’uomo e una volta stampato l’oggetto, i dati 3D validati possono essere utilizzati per un futuro processo di progettazione» chiarisce Weissensteiner.
Tra le diverse stampanti tridimensionali, quella più richiesta è la FDM (Fused Deposition Modeling): una tecnologia di produzione additiva. In questo caso, un ugello deposita un filamento di termoplastica fuso su una struttura di supporto, strato dopo strato. Il materiale più comunemente usato per realizzare prototipi è il PLA (Poly Lactic Acid), una plastica biodegradabile tratta da un biopolimero che deriva dall’amido di mais. Una scelta che punta ad essere eco-friendly: «Realizziamo moltissimi prototipi e la gran parte di questi vengono buttati – precisa Weissensteiner – perciò conviene usare materiali il più possibile sostenibili per l’ambiente per cercare di non inquinare». Oltre a questo materiale biodegradabile vengono utilizzati, con altre stampanti, resina, nylon e gesso.
I servizi che offre NOI Techpark sono l’esempio di come un territorio possa investire su se stesso, dando ad aziende, ricercatori e nuove generazioni di innovatori gli strumenti migliori per costruire il futuro. Come nel caso di Simon Sparber, giovane imprenditore meranese che prima di fondare la sua azienda, Angles90, si è rivolto a Maker Space per realizzare prototipi di maniglie dinamiche per il fitness. «Ci sono voluti sei mesi di prototyping ed è stato facile per me, da un punto di vista tecnico, gestire la stampa 3D grazie all’assistenza che ho ricevuto in laboratorio. Dopo aver realizzato le prime maniglie, ho iniziato a testarle e grazie ai feedback ricevuti sono ritornato a Maker Space per creare un nuovo prototipo apportando delle modifiche. La stampa 3D è uno strumento strategico che mi ha permesso di tastare il mercato il più velocemente possibile e in modo economico» commenta Sparber, il cui prodotto ha conquistato non solo il mercato nazionale, ma anche quello europeo e americano.
La stampa 3D, per la sua versatilità, non è impiegata solo nella riproduzione di oggetti ma anche nel settore alimentare. All’interno di KitchenLab, la cucina sperimentale di NOI Techpark, è possibile sperimentare e testare nuove preparazioni alimentari usufruendo di diversi strumenti, tra cui una stampante 3D capace di creare con il cibo complesse decorazioni per uso alimentare.
Attualmente, gli unici limiti della stampa 3D sembrano quindi essere dettati dalla nostra fantasia e dalle dimensioni della stampante. Secondo quanto prevedono gli esperti, infatti, grazie alle tecnologie additive come la stampa 3D, un giorno si potrà direttamente passare al processo di produzione di massa. Il meglio, come si dice in certi casi, deve ancora venire.